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Cos’è il software libero, forma che ha permesso il successo di programmi come Linux.




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Negli anni ’70, agli albori dell’informatica, la ancora ristretta comunità dei programmatori si trovava molto spesso di fronte a problemi comuni. Quindi era una consuetudine, per risparmiare tempo, scambiarsi dei frammenti di codice per evitare di scrivere due volte un programma con le stesse funzioni. La tecnica del "collage" aiutava così a procedere più rapidamente.

Ma negli anni ’80 le cose cambiarono con la nascita del software proprietario: le softwarehouse si riservarono il diritto d’autore sul codice scritto all’interno dell’azienda, impedendone la libera circolazione tra i programmatori.

Finché nel 1984 nacque il progetto GNU per mano di Richard Stallman che definì un nuovo status, chiamato significativamente copyleft, che caratterizza il software libero.

Il free software non è solo software gratuito (infatti "free" in inglese ha il duplice significato di "gratuito" e "libero"): molto più importanti sono le condizioni sotto le quali viene sviluppato.

Innanzitutto insieme al programma eseguibile devono essere sempre disponibile tutti i file sorgenti che lo compongono. Il programma e i sorgenti possono essere copiati liberamente, su qualsiasi supporto, rimanendo nella piena legalità. Poi chiunque ne sia in grado è libero di modificare il codice originario in qualunque parte, ed eventualmente ridistribuirlo.

I sostenitori del software libero ci tengono a sottolineare questo fatto: non uso il free software perché è gratis, ma perché è più affidabile. Infatti, essendo il codice sotto gli occhi di tutti, e non segreto come spesso accade in ambito commerciale, può essere costantemente verificato e aggiornato da una comunità di migliaia di persone competenti, che donano il loro impegno, e quindi non hanno interesse a nascondere i difetti del "prodotto" o a decantarne virtù inconsistenti.

Questi modi di procedere sono i primi importanti risultati dello "human networking" reso possibile da Internet. Per quanto riguarda Linux sono moltissimi i siti sviluppativi, per esempio quelli delle principali distribuzioni attraverso i quali ogni giorno arrivano commenti, nuove modifiche, e nuove versioni da testare.

Naturalmente però può risultare poco pratico scaricare dalla Rete programmi di centinaia di Mbyte, anche se nessuno vieterebbe di farlo. Quindi è sempre possibile acquistare un free software in negozio o in edicola, non pagando una lira per la programmazione. Il prezzo, stracciato rispetto ai software commerciali, deriva solo dai costi della distribuzione e del supporto (cd rom, manuali, ecc.).

Infine un’ultima annotazione. Lo sviluppo delle nuove tecnologie è ristretto dalle logiche di mercato a pochi paesi, ma lo strumento del software libero è un’eccezione, avendo permesso l’informatizzazione di quasi tutti i paesi più poveri. In alcuni casi il tasso di crescita è stato addirittura superiore a quello di Internet.

Oltre allo Stato e al mercato, quindi, forse ci può essere un altro motore di crescita: lo spirito del dono.

Pierre Blanc

la redazione di

Virtual Geography. Appena pensi ad un luogo, ci sei già. (Michele Parente)

aggiornato il: 28 Feb, 2000
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